Proposta UDC sulla riduzione dei Comuni: un tema appropriato nel 150° dell’Unità d’Italia
La riduzione da 47 a 18 dei Comuni modenesi trova ascoltatori attenti nell’Unione Terre di Castelli
Anzitutto vorrei chiarire che la proposta di riordino istituzionale dell’Udc modenese può essere letta come una giusta manovra di adeguamento ai tempi odierni dell’identica manovra fatta nel 1861 dall’allora neo Governo Italiano. Nel 1861 si trattava di portare gli uffici comunali più vicino ai neo cittadini, a non più di 1-2 ore di cammino in pianura, qualcosa in più in montagna, per cui vennero istituiti nella sola Valle del Panaro ben sei nuovi comuni (San Cesario s.P., Svignano s.P., Castelnuovo R., Marano s.P., Zocca, Castelvetro di Modena) accanto ai quattro già presenti (Vignola, Castelfranco E., Guiglia, Spilamberto). Oggi a distanza di 150 anni si può e si deve ragionare sulle prospettive della rete comunale che non ragiona più in ore di cammino ma in secondi o minuti di internet, cellulari, televisioni o automobili”.
Vorrei anche precisare che in Italia ci sono oltre 8.000 Comuni, dei quali appena un migliaio supera i 10.000 abitanti, i rimanenti 7.000 ne hanno di meno e spesso anche meno di 5.000 abitanti. Logica vorrebbe che si partisse proprio dai Comuni al di sotto dei 10.000 abitanti per ragionare di servizi condivisi, unioni e fusioni. Ma il calcolo per abitanti può essere parziale se non lo si incrocia con la superficie territoriale e le frazioni presenti.
Credo inoltre che il dibattito sulla futura rete di Comuni debba partire dall’esperienza delle Unioni, che in provincia di Modena rappresentano la quasi totalità dei Comuni e ci pongono ai vertici sia della realtà regionale che di quella nazionale. Le Unioni non hanno costi in più per la politica mentre rappresentano un’efficace sistema per gestire assieme servizi strategici per i cittadini e uffici di supporto per i dipendenti.
Pensare di fondere Comuni limitrofi non appare quindi una bestemmia, ma probabilmente sarebbe importante passare attraverso l’esperienza di un’unione che può creare quell’abitudine a pensare, programmare e lavorare insieme, fondamentale se poi si vuole pensare ad una fusione.
Presidente dell’Unione Francesco Lamandini